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186. … Chi si accosta
al Corpo e al Sangue di
Cristo non può nello stesso tempo offendere quel medesimo Corpo operando scandalose divisioni e discriminazioni tra le sue membra.
Si tratta infatti di “discernere” il Corpo del Signore, di riconoscerlo
con fede e carità sia nei segni
sacramentali sia nella comunità,
altrimenti si mangia e si beve
la propria condanna (cfr v. 29).
Questo testo biblico è
un serio avvertimento per
le famiglie che si richiudono nella loro propria
comodità e si isolano, ma più specificamente per le famiglie che restano indifferenti
davanti alle sofferenze delle famiglie povere e più bisognose.
La celebrazione eucaristica diventa così un costante appello rivolto a ciascuno perché «esamini se stesso» (v. 28) al
fine di aprire le porte della propria famiglia ad una maggior comunione con coloro che sono
scartati dalla società e dunque ricevere davvero il Sacramento dell’amore eucaristico che fa di noi un solo corpo.
Non bisogna dimenticare che
«la “mistica” del Sacramento ha un carattere sociale».[207]
Quando coloro
che si comunicano non accettano di lasciarsi spingere verso un impegno con
i poveri e i sofferenti o
acconsentono a diverse forme di divisione,
di disprezzo e di ingiustizia,
l’Eucaristia è ricevuta indegnamente.
Invece, le famiglie che
si nutrono dell’Eucaristia
con la giusta disposizione, rafforzano il loro desiderio
di fraternità, il loro senso sociale
e il loro impegno con i bisognosi.
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